Prima di otto fratelli, cresciuta in una famiglia cattolica ma non praticante, già da piccola cominciai a condividere con mamma e papà le responsabilità familiari, visto che la nostra era una famiglia che doveva sudare per poter guadagnare il pane di ogni giorno. Oltre la condizione di povertà sopraggiunta in seguito ad un periodo di grave malattia di papà e della mia terza sorella, ad aggravare le condizioni familiari è stata la crescente dipendenza di mia madre dall’alcol. In queste condizioni, già in tenera età dovetti occuparmi della cura delle mie sorelline, della casa ed a volte anche aiutare mamma che usciva a lavorare in campagna per procurare qualche soldo, finche papà non si ristabilì completamente.

Gli anni passavano in fretta, arrivò la mia quarta sorella e qualche anno dopo il mio primo fratello, morto però alla nascita.  La morte di mio fratello aggravò molto la situazione di alcolismo di mamma. Questo fatto portò non pochi disagi in famiglia; ero già nella fase della preadolescenza ed i rapporti con mamma andavano sempre peggiorando.  Durante la mia adolescenza cominciai a pormi grandi interrogativi sul senso della mia vita e sulla ragione del mio essere.  Mi domandavo pure se ci fosse qualcosa che potesse dare un senso alla mia esistenza.  In quel periodo sorgevano le domande su Dio, questo grande sconosciuto della cui esistenza a volte sentivo parlare.  Chi era?  Come era fatto?  Dove abitava? ecc.  All’età di quasi quindici anni mi dissero di fare la Prima Comunione, ma neanche questo fu in grado di rispondere alle mie domande, dato che non avevo frequentato il catechismo.

Qualche tempo dopo la mia Prima Comunione, un frate cappuccino venne a scuola per le missioni popolari e da lui acquistai una piccola Storia Sacra per ragazzi.  Attraverso la lettura mi incontrai con quel grande sconosciuto che, come a Samuele, si manifestava anche a me e nella mia vita per la prima volta.  Ciò nonostante, la mia crisi esistenziale non era affatto migliorata, ma piuttosto andava sempre più aggravandosi, tanto che arrivai a pensare al suicidio.

una notte del lontano giugno ’79, mentre ritornavo dalla scuola, guardai il cielo stellato e mi rivolsi a Colui che tutti chiamavano Dio:  “Se tu esisti davvero e se ti serve a qualcosa, prendi la mia vita e fai quello che vuoi, perché a me non serve più.  Era serio quello che Gli dicevo…  Piano piano, da quella notte, ogni giorno che passava si accendeva una stella a squarciare le mie tenebre.  Piano piano cominciai a sentire dentro me una forza che mi attirava ad una strada tutta nuova, sconosciuta.  Man mano che il tempo passava questa forza si faceva più travolgente fino quando il 25 agosto 1981, alle ore 15.45, gli dissi di sì.

Questo sì non fu la fine dei miei problemi ma l’inizio di altri, visto che mia madre si opponeva completamente alla mia vocazione.  Non mollai, nonostante le opposizioni.  Ad ogni no ricevuto il mio sì si irrobustiva, fino al giorno in cui, decisa, parlai chiaro con papà e mamma:  “O me lo permettete per bene o me ne vado senza il vostro consenso”; non c’erano alternative.  Il 19 febbraio 1982, papà mi diede la sua benedizione, ma non mia madre.  Il 19 febbraio 1983, entrai a fare parte di questa famiglia alla quale oggi appartengo, iniziando la mia formazione religiosa.  A gennaio del 1988 emisi i miei primi voti religiosi ed il 30 gennaio 1993, professando i voti solenni, entrai definitivamente a fare parte di questa famiglia delle Suore Francescane del Cuore di Gesù.

Oggi mamma è contentissima di avere una figlia consacrata, e grazie a Dio e a tanti sacrifici siamo riusciti a riscattare anche mamma dalla triste condizione di alcolismo.

DEO  GRATIAS!